PERCHÈ STUDIARE MUSICA
Benefici cognitivi
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Sviluppo del cervello: Suonare uno strumento stimola contemporaneamente aree legate a memoria, linguaggio, attenzione e coordinazione motoria.
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Migliora la memoria: Chi studia musica potenzia la memoria a breve e lungo termine.
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Favorisce la concentrazione: Serve disciplina per esercitarsi regolarmente, leggere spartiti, coordinare mani e mente.
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Aumenta le capacità logico-matematiche: Studiare ritmi e strutture musicali sviluppa anche abilità di calcolo e ragionamento astratto.
Benefici emotivi e psicologici
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Riduce lo stress: Suonare è una forma di espressione che aiuta a gestire emozioni e tensioni.
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Migliora l’autostima: Raggiungere obiettivi musicali, anche piccoli, rafforza la fiducia in sé stessi.
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Stimola la creatività: La musica è una forma d’arte che apre la mente alla sperimentazione.
Benefici sociali
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Migliora la comunicazione: La musica è un linguaggio universale che unisce culture diverse e collega persone con passioni comuni.
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Insegna collaborazione e rispetto: Fare musica, spesso insieme ad altri strumenti o canto, richiede ascolto reciproco e coordinazione.
Benefici fisici
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Coordina mente e corpo: Imparare uno strumento migliora la motricità fine e la coordinazione oculo-manuale. Imparare a suonare uno strumento (in particolare il pianoforte, che richiede l'utilizzo di due mani gestite in maniera indpendente) richiede un uso preciso e coordinato di dita, mani e braccia. Questa abilità migliora anche la destrezza manuale, utile per scrivere, disegnare e svolgere altre attività (per esempio scolastiche). Leggere lo spartito e tradurlo in movimento è un allenamento continuo per il cervello: gli studenti imparano a leggere simboli, interpretarli e trasformarli in azioni coordinate. Molti strumenti inoltre (come il pianoforte) richiedono di sedersi in modo corretto per suonare bene. Questo aiuta a sviluppare consapevolezza del proprio corpo e a prevenire cattive abitudini posturali.
Benefici a lungo termine
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Dura tutta la vita: La musica può accompagnare ogni fase dell’esistenza, come passione, professione o semplice svago. Per esempio, durante periodi di studio intenso, esami, o stress lavorativo, avere la musica come valvola di sfogo aiuta a scaricare tensioni e riequilibrare la mente.
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Previene il declino cognitivo: Diversi studi collegano la pratica musicale a un rallentamento dell’invecchiamento mentale. Chi studia musica sin da giovane crea connessioni neurali che restano attive a lungo, favorendo concentrazione, memoria e flessibilità mentale anche in età adulta; continuare a suonare uno strumento aiuta a rallentare l’invecchiamento cerebrale, mantenendo la mente elastica anche da adulti. Diversi studi mostrano che gli studenti che praticano musica sviluppano più facilmente abilità utili anche in matematica, lettura e lingue straniere. La musica abitua a risolvere problemi complessi e a gestire informazioni diverse contemporaneamente.
Abilità trasferibili nella vita e nel lavoro
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Disciplina, costanza, capacità di ascolto, collaborazione e gestione del tempo sono competenze che uno studente di musica porterà con sé in qualsiasi carriera.
Oliver Sacks, nel suo libro Musicofilia "Racconti sulla musica e il cervello" (titolo originale Musicophilia), descrive in modo affascinante molti benefici e poteri della musica, basandosi su casi clinici reali.
Ho trovato molto inteessante la lettura di questo saggio sulla musica, scritto da un esperto come lui, in quanto è stato un neurologo e scrittore britannico, dal 2012 docente di neurologia alla New York University School of Medicine. Tra il 2007 e il 2012 è stato docente di neurologia e psichiatria alla Columbia University, dove tra l'altro era riconosciuto come un Columbia Artist.
Sacks mostra che la musica non è solo intrattenimento, ma un vero stimolo neurologico, una terapia, un mezzo di comunicazione universale e un ponte tra corpo, mente ed emozioni.
Benefici della musica secondo Oliver Sacks (Musicofilia)
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Il cervello del musicista è diverso
Sacks cita ricerche, come quelle di Gottfried Schlaug ad Harvard, che mostrano come i musicisti abbiano:
Corpo calloso più spesso (maggiore connettività tra emisferi)
Corteccia espansa soprattutto nelle aree uditive e motorie, legate all’ascolto e al controllo dei movimenti.
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Neuroplasticità guidata dalla musica
Come sottolinea Sacks: “non esiste una singola area musicale nel cervello, ma 20‑30 reti differenti” che diventano attive durante l’esperienza musicale .
La pratica musicale sviluppa circuiti neuronali coordinati tra percezione, movimento e funzioni esecutive.
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La musica come stimolo neurologico potente
“La musica può spingere parti del cervello apparentemente inattive a ritrovare connessioni.”
Sacks mostra come pazienti colpiti da Parkinson, ictus o Alzheimer reagiscono in modo sorprendente alla musica, recuperando movimenti e ricordi perduti.
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Miglioramento della memoria verbale e cognitiva
I musicisti ottengono punteggi superiori nei test di memoria: studi citati mostrano un vantaggio di circa 1–2 parole in più su 16 nella memoria verbale.
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Superpotere: imagery musicale
I musicisti riescono a “sentire” mentalmente note e ritmi, generando una risposta cerebrale (MMN) anche solo immaginando la musica , segno di una viva capacità di simulazione uditiva.
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Sinestesia e percezione arricchita
Sacks esplora casi di sinestesia nei musicisti (es. associando colori o sapori a note), dimostrando come la pratica musicale intensifichi la sensibilità multisensoriale
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La musica come strumento di memoria
“La musica è una forma di organizzazione del tempo, ed è per questo che aiuta la memoria.”
Nei casi di demenza, anche quando il linguaggio è compromesso, le canzoni restano: persone incapaci di parlare riescono a cantare testi interi.
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La musica attiva emozioni profonde
“La musica è l’arte più diretta: entra nell’anima senza chiedere permesso.”
Sacks sottolinea come la musica tocchi emozioni profonde e istintive, agendo come terapia per ansia, depressione e isolamento.
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La musica come stimolo motorio
“Nei pazienti con morbo di Parkinson, un ritmo musicale può trasformare passi incerti in un cammino sicuro.”
Questo dimostra come il ritmo musicale agisca sul sistema motorio, coordinando corpo e mente in modo naturale.
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La musica dà senso di identità
“La musica può conservare l’identità di una persona quando tutto il resto sembra perdersi.”
Per chi soffre di gravi malattie neurologiche, la musica diventa un ancoraggio all’identità personale.
Dunque Sacks e le neuroscienze mostrano che lo studio della musica, oltre a coltivare la creatività e l’emotività, modifica profondamente il cervello, migliorandone struttura, funzioni cognitive e coordinazione motoria.






